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Quando si applica il principio di rotazione?

1. Il principio di rotazione negli appalti pubblici

Nel contesto degli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, vige il principio di rotazione degli affidamenti. Questo principio, già introdotto con l’art. 36, comma 1 del d.lgs. 18 aprile 2016, n. 50, e poi disciplinato nel dettaglio dalle Linee Guida ANAC n. 4 [1], ha trovato ulteriore applicazione e aggiornamenti nel nuovo art. 49 (Principio di rotazione), cc. 1 e 2, del d.lgs. 31 marzo 2023, n. 36.

Questo articolo si propone di approfondire l’applicazione del principio di rotazione, spiegando quando e come deve essere applicato nel contesto degli appalti pubblici. Le eventuali deroghe a tale principio, che possono verificarsi in circostanze particolari, sono state trattate in modo dettagliato in altro separato articolo [qui].

2. Cosa comporta il principio di rotazione?

Il principio di rotazione impone alle stazioni appaltanti di non affidare o aggiudicare nuovamente un appalto al contraente uscente, qualora quest’ultimo abbia già gestito un contratto simile nello stesso settore merceologico, categoria di opere o settore di servizi. Tale vincolo si applica sia agli affidamenti diretti che alle procedure negoziate senza previa pubblicazione di bando, per garantire una concorrenza leale e impedire il consolidarsi di rapporti preferenziali tra l’amministrazione e il fornitore uscente.

L’obiettivo principale di questo principio è quello di evitare che l’appaltatore uscente, grazie alla conoscenza approfondita della commessa, acquisita durante la precedente gestione, possa godere di un indebito vantaggio competitivo rispetto agli altri operatori economici interessati all’appalto. In questo modo, si previene il rischio di cristallizzare la posizione dominante del contraente uscente, favorendo invece la partecipazione di nuovi soggetti e promuovendo una maggiore concorrenza nel mercato.

Art 49. (Principio di rotazione degli affidamenti), d.lgs. 36/2023.

“1. Gli affidamenti di cui alla presente Parte avvengono nel rispetto del principio di rotazione. 2. In applicazione del principio di rotazione è vietato l’affidamento o l’aggiudicazione di un appalto al contraente uscente nei casi in cui due consecutivi affidamenti abbiano a oggetto una commessa rientrante nello stesso settore merceologico, oppure nella stessa categoria di opere, oppure nello stesso settore di servizi. […]”

3. Quando si applica il principio di rotazione?

Il principio di rotazione si applica agli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture, il cui valore complessivo sia inferiore alle soglie di rilevanza europea. Le soglie europee variano in base al tipo di contratto e al settore specifico:

Nei settori ordinari, il principio di rotazione si applica agli affidamenti il cui importo stimato dalla stazione appaltante, al netto dell’IVA,  sia inferiore alle seguenti soglie: 

  • per i settori ordinari: si applica agli appalti di lavori con un importo inferiore a 5.528.000 euro, per forniture e servizi sotto 221.000 euro, e per i servizi sociali sotto 750.000 euro;
  • per i settori speciali: le soglie si alzano leggermente, con un limite di 5.538.000 euro per lavori e 443.000 euro per forniture e servizi, mentre per i servizi sociali il limite è di 1.000.000 euro.

Il principio di rotazione, quindi, non si applica agli appalti il cui valore supera tali soglie..

È fatto divieto alla stazione appaltante operare frazionamenti artificiosi dell’appalto da aggiudicare o da affidare al fine di evitare l’applicazione del principio di rotazione, tranne nei casi in cui ragioni oggettive lo giustifichino. 

4. In quali procedure si applica il principio di rotazione?

Il principio di rotazione si applica alle specifiche procedure previste dall’art. 50 (Procedure per l’affidamento) del d.lgs. 31 marzo 2023. n. 36:

  • affidamenti diretti per lavori di importo inferiore a 150.000 euro e per servizi e forniture sotto 140.000 euro (art. 50, c. 1, lett. a) e b), d.lgs. 36/2023)
  • procedure negoziate senza bando per lavori importo tra 150.000 e 5.538.000 euro e per servizi e forniture di importo tra 140.000 e 443.000 euro, inclusi i servizi di ingegneria e architettura (art. 50, c. 1, lett. c), d) ed e), d.lgs. 36/2023).

Inoltre, il principio di rotazione si applica anche agli affidamenti rivolti a società in house, a meno che non vi siano deroghe specifiche.

Quando si applica il principio di rotazione?

Scopri quando si applica il principio di rotazione negli appalti pubblici  secondo il d.lgs. 36/2023

5. Come si applica il principio di rotazione?

La stazione appaltante deve applicare il principio di rotazione quando un nuovo appalto ha lo stesso oggetto o rientra nello stesso settore merceologico, categoria di opere o settore di servizi del contratto immediatamente precedente.

Di conseguenza, il principio di rotazione non si applica quando:

  • l’appaltatore ha ottenuto un appalto che appartiene a un settore merceologico, categoria di opere o settore di servizi diversi da quello precedente;
  • l’appaltatore non ha ottenuto affidamenti consecutivi, cioè se tra due affidamenti allo stesso operatore è intervenuto un altro affidamento a un soggetto diverso.

Si pensi, per esempio, all’ipotesi in cui ad un primo affidamento disposto a favore della ditta Alfa segue un secondo affidamento alla ditta Beta. In tal caso, la ditta Alfa potrà legittimamente concorrere per il terzo affidamento anche se avesse per oggetto prestazioni analoghe ai precedenti.  

6. Il principio di rotazione si applica agli operatori non aggiudicatari?

Il principio di rotazione si applica solo all’appaltatore uscente, ovvero all’impresa che ha ottenuto, dalla stazione appaltante, il precedente affidamento in appalto.

Pertanto, il principio di rotazione non si estende agli operatori economici che sono stati invitati alla procedura precedente ma che non sono risultati aggiudicatari. In tal senso, si è espresso, di recente, anche il Consiglio di Stato, a conferma di una precedente pronuncia del TAR Calabria:In materia di contratti pubblici, il principio di rotazione è sostanzialmente inapplicabile per i soggetti invitati nelle precedenti procedure negoziate e non risultati affidatari, il criterio, dovendosi tener conto che la rotazione degli inviti è finalizzata a escludere – fin dall’avvio della procedura – l’operatore economico gestore uscente, al fine di evitare che possa essere affidatario.

7. Il principio di rotazione si applica se le prestazioni affidate sono diverse?

Il principio di rotazione si applica solo quando due affidamenti consecutivi hanno ad oggetto prestazioni dello stesso settore merceologico, della stessa categoria di opere o dello stesso settore di servizi. Non trova applicazione quando le prestazioni sono oggettivamente diverse, per esempio nel caso in cui il nuovo contratto preveda attività articolate e complesse non presenti nel primo affidamento. La sostanziale diversità delle prestazioni esclude, dunque, l’obbligo di rotazione.

8. Considerazioni conclusive

Molto spesso, nell’ambito degli appalti pubblici, l’attenzione si concentra sulle possibili deroghe al principio di rotazione. Tuttavia, è fondamentale ricordare che esistono numerosi casi in cui il principio stesso non è applicabile alla situazione specifica

Analizzare accuratamente la natura dell’affidamento, il tipo di prestazione richiesta e la struttura del contratto può evidenziare che il principio di rotazione non trova ragione d’essere nel caso concreto, evitando così complicazioni superflue e il ricorso alle deroghe.

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