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Diffamazione su Facebook: scopri come difenderti

1. Premessa

Sui social network, e in particolare su Facebook, è sempre più frequente imbattersi in commenti offensivi e recensioni diffamatorie che prendono di mira una persona o un’attività commerciale. Insulti su Facebook, accuse infondate o allusioni maliziose possono ledere la dignità della persona, la sua reputazione o l’immagine aziendale, con conseguenze non solo morali ma anche legali. Il problema è aggravato dal fatto che, una volta pubblicati online, i contenuti possono diffondersi rapidamente e raggiungere centinaia di persone in poche ore.

Molti pensano che i social siano “zone franche” dove si possa scrivere qualsiasi cosa senza conseguenze, ma la realtà è ben diversa: la diffamazione su Facebook è un reato e può comportare pene severe. L’autore del commento diffamatorio può inoltre essere obbligato a risarcire i danni causati alla persona offesa o all’attività commerciale. Sapere cosa dice la legge, capire quando un insulto su Facebook costituisce diffamazione e conoscere come difendersi è essenziale per proteggere la propria reputazione.

2. Assistenza legale per diffamazione su Facebook

Negli ultimi anni sono sempre più frequenti le richieste di consulenza legale per post diffamatori contenenti insulti o recensioni non veritiere su Facebook. Molte persone si rivolgono al nostro studio legale per:

  • sporgere denuncia o querela per diffamazione online;
  • ottenere l’immediata cancellazione del commento o del post pubblicato su Facebook;
  • richiedere il risarcimento del danno subito a causa di commenti offensivi e accuse false;

Rivolgersi tempestivamente a un avvocato esperto in diffamazione consente non solo di valutare la strategia più efficace per tutelare la propria reputazione e far valere i propri diritti, ma anche di evitare che il messaggio diffamatorio continui a circolare online e a raggiungere un pubblico sempre più ampio.

3. Quando è diffamazione su Facebook?

La diffamazione su Facebook si verifica quando un post, un commento o un messaggio pubblico contiene espressioni offensive, accuse false o affermazioni idonee a ledere la reputazione di una persona o l’immagine di una azienda. Non è necessario indicare nome e cognome: se l’identità dell’interessato può essere ricavata dal contesto, la condotta può integrare ugualmente reato. Ad esempio, scrivere “quel medico del paese X è un incompetente” in un gruppo pubblico può costituire diffamazione a mezzo Facebook.

Non sempre, però, un’espressione negativa equivale a diffamazione. Non vi è reato quando si esercita il diritto di critica in forma civile, basandosi su fatti veri e usando un linguaggio misurato. È tutelato anche il diritto di satira, purché resti nei limiti della verità e della pertinenza. Ad esempio, una recensione negativa di un ristorante può essere legittima se descrive un’esperienza reale senza ricorrere a espressioni gratuite o offensive.

4. Esempi di diffamazione su Facebook

La giurisprudenza ha più volte riconosciuto la responsabilità penale e l’obbligo di risarcire il danno in casi di diffamazione su Facebook. In una sentenza del Tribunale di Lecce, un utente era stato condannato per aver pubblicato, all’interno di un gruppo Facebook, frasi gravemente offensive rivolte a un politico locale, apostrofandolo con espressioni come “inutile idiota”, “poveraccio” e “zerbino”. Il giudice ha disposto, oltre alla pena pecuniaria, un risarcimento a favore della parte offesa per il pregiudizio arrecato alla sua reputazione.

In un’altra decisione, il Tribunale di Verona ha condannato un utente che aveva pubblicato più post definendo un imprenditore “truffatore” e “delinquente”, senza alcun riscontro oggettivo. La diffusione capillare dei contenuti e la loro permanenza online avevano determinato un grave danno all’immagine aziendale, quantificato dal giudice in base alla notorietà della vittima e all’impatto sulla clientela.

Un ulteriore caso deciso dal Tribunale di Roma ha riguardato un utente che, commentando su Facebook un articolo di un giornale online relativo a una notizia di cronaca locale, si era rivolto ai dirigenti del Comune scrivendo che “non hanno voglia di fare un c**”*. L’espressione è stata ritenuta gravemente lesiva dell’onore e della reputazione della categoria. La condanna ha previsto non solo la pena per il reato di diffamazione, ma anche un consistente risarcimento per danno patrimoniale e non patrimoniale.

5. Cosa si rischia per diffamazione su Facebook?

Pubblicare contenuti diffamatori o offensivi su Facebook espone l’autore a conseguenze penali e civili. Penalmente, la diffamazione a mezzo social è punita più severamente rispetto alle offese private: l’articolo 595 del codice penale prevede la reclusione fino a tre anni o la condanna al pagamento di una multa di svariate centinaia di euro, con aggravanti se l’offesa è particolarmente grave o rivolta a un pubblico ampio.

Sul piano civile, la persona offesa può chiedere un risarcimento per il danno subito a seguito della diffamazione. L’importo varia in base alla gravità dell’insulto e alla sua diffusione. In un caso seguito dal nostro studio, un singolo insulto rivolto a una persona nota, pubblicato su un post pubblico, ha portato a una richiesta di risarcimento di 7.000 euro. Nei casi più gravi, le somme possono essere ancora più elevate.

6. Cosa fare in caso di diffamazione su Facebook?

Se si è vittima di un commento diffamatorio su Facebook, la prima cosa da fare, ancor prima di contattare un avvocato esperto in diffamazione, è raccogliere e conservare le prove. È fondamentale scattare uno screenshot del contenuto offensivo, salvare il link diretto al post o al commento e annotare il nome, cognome o nickname dell’autore. Questi dati saranno indispensabili per identificare il responsabile.

Oltre alle immagini e ai link, è utile recuperare ogni ulteriore informazione che possa dimostrare la diffusione del contenuto, come il numero di condivisioni o i commenti di altri utenti. Agire rapidamente è essenziale, poiché l’autore potrebbe cancellare o modificare il post, rendendo più difficile dimostrarne l’esistenza.

7. Come ottenere la rimozione di un commento o post diffamatorio su Facebook

In caso di diffamazione su Facebook, è fondamentale agire tempestivamente per ottenere l’immediata rimozione del contenuto offensivo, sia per proteggere la reputazione personale sia per salvaguardare l’immagine aziendale. Un insulto o un commento non veritiero può provocare un grave danno, generare perdita di clienti e indurre terzi a credere a informazioni false, con possibili conseguenze negative sul piano economico e relazionale.

Quando il danno è grave e attuale, è possibile richiedere al giudice, anche in via d’urgenza, un provvedimento che ordini la rimozione immediata del commento o del post diffamatorio. In un caso deciso dal Tribunale di Reggio Emilia, il giudice ha imposto agli autori la cancellazione immediata dei contenuti e ha stabilito una penale di 100 euro per ogni giorno di ritardo nell’esecuzione dell’ordine. Questo dimostra come la tutela giudiziaria possa essere rapida ed efficace nel limitare la diffusione di contenuti lesivi della reputazione.

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8. Come richiedere il risarcimento del danno per diffamazione su Facebook

Ottenuta la rimozione del contenuto diffamatorio e identificato il suo autore, il passo successivo è formulare una richiesta di risarcimento del danno. È opportuno che questa venga predisposta da un avvocato specializzato in diffamazione, il quale potrà quantificare il pregiudizio subito in base a criteri riconosciuti dalla giurisprudenza.

I criteri di quantificazione del danno da diffamazione tengono conto, tra gli altri, dell’ampiezza della diffusione del post (numero di condivisioni, commenti e visualizzazioni), della notorietà della persona offesa, del ruolo ricoperto nella comunità o nell’attività professionale, nonché della gravità delle espressioni utilizzate. In molti casi, oltre al danno morale, può essere riconosciuto anche il danno patrimoniale, ad esempio in presenza di perdita di clienti o contratti. Agire con tempestività è fondamentale per massimizzare la tutela e ottenere un equo ristoro.

9. Come querelare una persona per diffamazione su Facebook?

La denuncia querela per diffamazione su Facebook è l’atto formale con cui la persona offesa chiede al Pubblico Ministero di avviare un procedimento penale nei confronti dell’autore del contenuto offensivo. Deve essere presentata entro tre mesi dalla pubblicazione del post o del commento diffamatorio, salvo eccezioni previste dalla legge.

La denuncia querela può essere depositata presso la Polizia Postale, i Carabinieri, la Questura o direttamente alla Procura della Repubblica. È importante che sia dettagliata e corredata da tutte le prove raccolte (screenshot, link, dati identificativi dell’autore), così da consentire alle autorità di svolgere le indagini in modo rapido ed efficace. In sede penale, il responsabile rischia una condanna che può comprendere multa o reclusione, oltre all’obbligo di risarcire i danni subiti dalla persona offesa.

10. Come difendersi da un’accusa di diffamazione su Facebook?

Finora abbiamo visto come tutelarsi quando si è vittime di diffamazione, ma può accadere anche di trovarsi dall’altra parte, ricevendo una denuncia, una querela o una richiesta di risarcimento del danno ritenuta ingiusta. In questi casi, è fondamentale rivolgersi subito a un avvocato specializzato in diffamazione, in grado di predisporre una strategia difensiva efficace.

Chi è accusato ingiustamente può dimostrare che le proprie affermazioni sono vere o che rientrano nel legittimo esercizio del diritto di critica o del diritto di cronaca, purché espresse con un linguaggio misurato e pertinenti al tema trattato. Un’altra possibile linea difensiva riguarda l’assenza di dolo, cioè la mancanza di volontà di ledere la reputazione altrui, oppure l’impossibilità di identificare in modo univoco la persona cui le frasi si riferivano. In alcuni casi, inoltre, la comunicazione può essere qualificata come privata, non integrando il requisito della pubblicità richiesto dalla legge per configurare il reato di diffamazione. Una difesa tempestiva e ben documentata può evitare conseguenze penali e ridurre il rischio di dover affrontare onerosi risarcimenti.

11. Conclusioni

La diffamazione su Facebook è un fenomeno sempre più frequente e, come abbiamo visto, può avere conseguenze gravi sia per la vittima sia per l’autore del contenuto. Un commento offensivo o un’accusa priva di fondamento può danneggiare in modo serio la reputazione di una persona o di un’azienda, generando effetti immediati e duraturi. Allo stesso modo, ricevere un’accusa ingiusta di diffamazione richiede una pronta reazione e una difesa ben strutturata.

Che si tratti di agire per rimuovere un post lesivo, presentare querela e ottenere il risarcimento dei danni, oppure di difendersi da un’accusa infondata, il supporto di un avvocato esperto in diffamazione online è essenziale per individuare la strategia migliore. Agire tempestivamente permette non solo di far valere i propri diritti, ma anche di prevenire ulteriori conseguenze negative. Il nostro studio legale offre assistenza completa, sia in sede penale che civile, per tutelare l’onore e la reputazione nel complesso scenario dei social network.

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I contenuti di questa pagina si riferiscono a fattispecie generali e non possono in alcun modo sostituire il contributo di un avvocato. Per ottenere un parere legale in ordine alla questione giuridica che interessa è possibile richiedere una consulenza, oppure fissare un appuntamento. Gli autori declinano ogni responsabilità per errori od omissioni, nonché per un utilizzo improprio o non aggiornato delle presenti informazioni.

 

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